ERDOGAN OVVERO LA NEGAZIONE DEI DIRITTI UMANI

Il Presidente della Repubblica di Turchia, il “sultano” Receip Tayyp Erdogan, in seguito al tentato golpe del 15.07.16 (sulla cui autenticità lasciamo ai posteri la sentenza, neppure tanto ardua), ha messo in atto una violenta repressione che ha degradato la qualità democratica dello Stato. L’ azione ha riguardato non solo le forze armate e gli apparati di sicurezza, ma interi settori della società civile: scuola, università, magistratura, avvocatura, stampa, con migliaia di arresti e detenzioni illegali. Per non parlare delle epurazioni nei confronti di giornalisti e redattori non allineati (operazione già avviata negli anni precedenti e che ha consentito al sultano di controllare l’opinione pubblica vincendo le ultime elezioni “democratiche” del 2015). Ogni forma embrionale o virtuale di dissenso è stata messa a tacere per sempre: ogni forma di diritto è stata umiliata, violata, calpestata.

Invero il sultano ha sempre dimostrato una vera e propria avversione nei confronti dei diritti umani: già su questo blog avevamo segnalato in data 31.08.15 la violazione da parte della Turchia dell’ art 3 della Convenzione dei Diritti Umani dell’ Islam sottoscritta al Cairo nel 1990 (www.ciduaps.org/la-turchia-calpesta-i-diritti-umani-dell-islam/); ora è stata annunciata la sospensione della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’ uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma nel 1950, e viene ipotizzata la reintroduzione della pena di morte. Human Rights Watch ha dichiarato che lo Stato turco ha bloccato le indagini delle organizzazioni internazionali “sulle uccisioni dei civili, sul dislocamento forzato di massa dei civili, e sull’estesa, enorme illegale distruzione delle proprietà private”; Amnesty International rilancia le denunce di maltrattamenti degli arrestati, annunciando l’ esistenza di  “prove credibili” che i detenuti siano stati “sottoposti a percosse e torture, incluso lo stupro, nei centri di detenzione ufficiali e non ufficiali”. E’ notte profonda ad Ankara, ed è buio pesto: nell’ oscurità Erdogan il sultano potrà continuare indisturbato a giocare al piccolo Califfo.