LA QUESTIONE CURDA AI TEMPI DELL’ ISIS

Tempi duri per i Curdi in Turchia: secondo quanto riferisce la rivista italiana di geopolitica LIMES (n. 3/2015), l’ossessione della questione curda è tale da indurre il governo di Ankara a favorire il califfato pur di impedire la costituzione del Grande Kurdistan (ecco spiegato il mancato aiuto sia militare che umanitario alla città di Kobane quando stava per cadere nelle mani dell’ Isis), e continuando a premere per la caduta di Damasco. Parallelamente proseguono fitti i contatti tra il capo dell’intelligence e gli emissari di Ocalan, leader del Pkk (Partito del lavoratori del Kurdistan), tuttora recluso nell’ isola di Imrali, con l’ obiettivo di raggiungere un’ intesa inedita per chiudere i trent’anni di guerra nel sud est dell’ Anatolia e ottenere i voti per l’Akp di Erdogan o per un partito curdo che appoggi quello islamico conservatore, così mettendo a tacere ogni forma di ribellione.

Stretti tra la persecuzione del governo e la minaccia dell’ Isis, nella morsa tra Ankara e Kobane, tra la negazione dei diritti civili e la strumentalizzazione politica, la Turchia continua ad essere, per i curdi, una terra proibita.