TUTELARE LE DONNE CHE DENUNCIANO

La Giornata Internazionale per l’ Eliminazione della Violenza contro le Donne, appuntamento annuale in cui tra cortei manifestazioni dibattiti si fa la conta dei numeri delle donne ammazzate dagli uomini nel corso dell’ ultimo anno, dovrebbe porre in primissimo piano una rigorosa analisi sugli strumenti di tutela nei confronti delle donne che denunciano consentendo di porci le seguenti domande: una donna vittima di violenza che denuncia il suo aggressore quanto e come è tutelata dal sistema normativo? Quanto e come sono tutelati i suoi figli? Le Procure hanno strumenti normativi adeguati? Le Forze dell’ ordine hanno competenze e mezzi idonei? Quale il ruolo e lo sforzo della Chiese, delle Parrocchie, delle Moschee, delle religioni (che spesso hanno ritenuto la donna un essere inferiore) per contrastare il fenomeno? Una donna vittima di violenza è in grado di dire a se stessa “Sì, lo denuncio tanto sarò protetta dalla sua minacce e dalla sua vendetta?”.

In realtà una donna che denuncia è lasciata fondamentalmente sola. Anche dalla propria famiglia di origine. Gli attori sociali e istituzionali  spesso non intervengono prontamente a sostegno, così scoraggiando eventuali iniziative. Se una donna denuncia, lo fa a rischio della propria vita e di quella dei propri figli. Le cronache dell’ ultimo anno ce lo hanno raccontato. Ed invece bisogna tutelare le donne che denunciano. Incoraggiarle. Proteggerle. Metterle nelle condizioni di voltare pagina e ricominciare. Non lasciandole sole. Non facendole sentire sole. Non facendole avere paura. Aiutiamole. O saremo solo vigliacchi ed ipocriti.